Giovedì 8 febbraio 2018, nell’ambito dei cicli di conferenze settimanali aperte alla cittadinanza organizzati dall’Accademia Ligure di Scienze e Lettere, il prof. Stefano Verdino, accademico e docente di Letteratura italiana nell’Università di Genova, e la nostra Presidente, Annita Garibaldi Jallet, promotrice, insieme all’editore Paolo Sorba, e prefatrice del volume, sono stati gli applauditi protagonisti dell’iniziativa intitolata “Incontro a due voci. Manlio: l’ultimo romanzo di Giuseppe Garibaldi. A proposito della recente riedizione (La Maddalena, Paolo Sorba, 2017)”. L’incontro, promosso dal Consiglio Direttivo in carica nel triennio 2015-2017, presieduto dal prof. Giuliano Fierro, è stato introdotto dal nuovo Presidente dell’Accademia, prof. Vincenzo Lorenzelli, già Rettore del Campus Biomedico di Roma, che insieme al Vicepresidente, Massimo Bacigalupo, presidente della Classe di Lettere, hanno fatto gli onori di casa, salutando festosamente, insieme al folto pubblico, la presenza di Annita nella prestigiosa istituzione culturale ligure. A dire qualche parola di presentazione della relatrice è stata chiamata Anna Lazzarino Del Grosso, in veste di Presidente uscente della Classe di Lettere, suggeritrice dell’iniziativa.
Il prof. Verdino, grande esperto della letteratura italiana ottocentesca, dopo essersi soffermato sui pregi della prefazione di Marziano Guglielminetti all’originaria edizione Guida del 1982 a cura di Maria Grazia Miotto, riprodotta nel volume (riproduzione preziosa, in quanto essa fu ben presto sostituita, nel maggior numero di copie di quella stessa edizione, come precisa la prefazione di Annita, da un’assai più breve presentazione di Bettino Craxi, all’epoca Presidente del Consiglio), ha ripercorso la trama del denso e corposo “romanzo contemporaneo”; così volle definirlo lo stesso Garibaldi, alla cui stesura attese nel tratto finale della sua esistenza, inserendovi in ampie e frequenti digressioni ricordi autobiografici, considerazioni e moniti politici e forti auspici per il futuro della Patria, dell’Europa e del mondo. Una sorta di testamento morale e politico che, per una serie di traversie e di intoppi le cui ragioni ancor oggi non sono del tutto chiarite, poté vedere la luce solo nel centenario della sua morte. Il brillante intervento di Verdino ha messo in luce alcuni aspetti salienti del pensiero politico dell’anziano Generale che fortemente lo connotano, dal fervente anticlericalismo all’accorato sostegno dell’ideale di pace tramite lo strumento dell’arbitrato internazionale, ed ha richiamato per contrasto alcuni passi delle accese polemiche nei suoi confronti apparse sul periodico dei gesuiti “Civiltà Cattolica”.
L’intervento di Annita Garibaldi ha guidato l’uditorio nell’intricata vicenda editoriale del romanzo, illustrando i motivi di questa riedizione, per poi soffermarsi in un profondo e originale scandaglio dei sentimenti e degli intenti del suo autore e mettere a confronto i molteplici piani della personalità del Manlio immaginario con la realtà e il tragico destino del Manlio storico, ultimo figlio di Garibaldi e di Francesca Armosino, ideale dedicatario dell’opera, la cui stesura prende avvio poco dopo la sua nascita, morto di tisi a 26 anni proprio nell’anno, il 1900, in cui la narrazione, proiettandosi nel futuro in un ardente sogno patriottico, fa iniziare l’impresa liberatrice del coraggioso giovane eroe caprerino, impresa che porta all’Italia il Trentino e il dominio dell’Adriatico, una flotta potente sotto il suo ammiragliato conquistato con un giusto e benefico atto di forza, e un grande esercito di popolo quale per decenni lo invocò invano Garibaldi, consentendole di sedere “forte e prospera” tra le maggiori nazioni del mondo, considerate “sorelle”, “col plauso della vera civiltà umanitaria”.
All’incontro, che ha suscitato grande interesse e apprezzamento da parte dei numerosi accademici presenti e del pubblico “esterno” all’Accademia, hanno naturalmente partecipato con entusiasmo e viva soddisfazione per il suo successo il Presidente della Sezione Enzo Baldini, gli altri due componenti del nuovo Consiglio Direttivo, Stefano Bigazzi e Palma Lintas, e una nutrita rappresentanza di soci.